Polo Museale Civico della Santissima Annunziata – Sezione Medievale e Moderna

Polo Museale Civico della Santissima Annunziata – Sezione Medievale e Moderna

La collezione medievale e moderna, situata al primo piano del palazzo nel corpo principale che si affaccia su corso Ovidio, si estende su cinque sale. Durante gli anni Novanta, in occasione della riapertura, è stata riorganizzata secondo un criterio espositivo che ordina i pezzi in base alla cronologia e alla tipologia.

Dalla scalinata di accesso fino alla prima sala, denominata “del Cavaliere” per la presenza delle armature della Giostra Cavalleresca, è esposta una variegata collezione di reperti lapidei risalenti dal XII al XVI secolo. Questa include rilievi, sculture a tutto tondo, elementi architettonici e decorativi, e arredi liturgici. Tra i pezzi di maggior rilievo ci sono una testa coronata di alloro del Quattrocento raffigurante il poeta latino Ovidio, due immagini di Celestino V, una figura di Santo in meditazione del XIV secolo, e una statua di Santa Caterina in stile tardogotico.

La sala successiva, intitolata a “Giovanni da Sulmona”, ospita una significativa raccolta di dipinti su tavola e sculture lignee del Quattrocento abruzzese. Tra gli artisti rappresentati ci sono, oltre al celebre sulmonese che ha firmato e datato al 1435 il Tabernacolo, i Maestri di San Silvestro (conosciuti anche come i Maestri del Trittico di Beffi) e della Cappella Caldora. Questi ultimi sono responsabili del Dittico con Sant’Onofrio e la Maddalena e dei capricci del Crocifisso proveniente da Ortucchio. Tra le sculture lignee di rilievo ci sono la Vergine Annunciata dalla chiesa della SS. Annunziata e il San Giovanni Battista, per il quale si ipotizza che Giovanni da Sulmona possa essere stato anche lo scultore.

La “Sala degli Affreschi”, che include la Vetrina delle Oreficerie, presenta una serie di affreschi recuperati da chiese e edifici della città, che illustrano la pittura murale medievale. Tra questi spiccano la Madonna col Bambino e Santi, proveniente dalla chiesa di Sant’Agostino, e un altro dipinto simile staccato dalla scalea di Palazzo Sanità, entrambi del XV secolo. Nella vetrina centrale è esposta una significativa raccolta di oreficerie sulmonesi e manufatti barocchi napoletani. Tra i pezzi di maggiore valore si trova una croce d’argento trecentesca con smalti di scuola senese e due reliquiari del XV secolo contrassegnati con il bollo SVL, simbolo delle prestigiose botteghe orafe locali attive tra il XIV e il XVI secolo.

La “Sala dei Catasti” conserva volumi manoscritti, tra cui il prezioso Catasto onciario cittadino del 1376, il più antico delle province meridionali. Vi si trovano anche busti reliquiario, angeli reggi candelabro, e arredi lignei del Sei e Settecento, come un leggio in noce proveniente dal monastero di Santa Chiara e stalli di coro e banchi da sacrestia dell’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, assieme a ritratti di abati celestini.

Il percorso si conclude nella “Sala Celestiniana”, dove sono esposti, insieme a due dipinti cinquecenteschi, gruppi di tele provenienti dall’Abbazia. Tra queste ci sono le due grandi pale d’altare collocate una di fronte all’altra nella chiesa abbaziale: “San Benedetto che scrive la Regola” di Antonio Raffaello Mengs e “L’Apoteosi di San Pietro Celestino” di Giovanni Conca, entrambe datate e firmate intorno alla metà del Settecento, che documentano l'intensificarsi del rapporto artistico dell’Abruzzo con Roma.

Accenni storici


La fondazione del Museo civico di Sulmona alla fine del XIX secolo è attribuita ad Antonio De Nino, illustre ricercatore e archeologo abruzzese. Inizialmente allestito in una sala di Palazzo Cattaneo in Via Corfinio, il museo era costituito principalmente da reperti archeologici rinvenuti nella città. Con la crescita della collezione e l’acquisizione di arredi provenienti dall’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, nel 1894 il museo fu trasferito nell’ex-monastero di Santa Caterina, dove furono aggiunti anche opere medievali, rinascimentali e barocche. All'inizio del Novecento, il patrimonio museale fu ulteriormente arricchito con affreschi staccati e una raccolta di dipinti e sculture lignee recuperati da Pietro Piccirilli dalla chiesa di Sant’Orante ad Ortucchio, crollata nel terremoto del 1915. Infine, nel 1927, sotto la direzione di Guido Piccirilli, il museo trovò la sua sede definitiva nel Palazzo della Santissima Annunziata, ristrutturato dopo il trasferimento dell’Ospedale civile. Dopo il terremoto del 1984, l'edificio e gran parte della collezione sono stati sottoposti a un ulteriore restauro.

 

Attualmente la Sezione è chiusa a seguito del sisma del 2009

Indirizzo

Complesso dell'Annunziata, Corso Ovidio

Ingresso

Libero