Porta Molina

Porta Molina

Porta Molina si trova lungo il tratto occidentale della cinta muraria altomedievale, tra le porte Bonomini e Filiamabili. Si trattava di un accesso secondario o postierla, che potrebbe essere identificata con la “posterula ardengi” menzionata in un documento del 1168 del Chronicon Casauriense. Non ci sono altre porte di servizio documentate in diverse sezioni delle mura, rendendo questa identificazione particolarmente probabile.

La denominazione della posterula potrebbe derivare dal presbitero Johannes Ardengi, citato nell’Instrumentarium, una delle due sezioni del Chronicon Casauriense. Sebbene la porta non sia menzionata in documenti anteriori al XIII secolo, nelle fonti antiche essa è chiamata “porta di Sant’Andrea”, in riferimento alla chiesa vicina dedicata a Sant’Andrea. Questa chiesa, risalente alla metà del XII secolo, crollò durante il terremoto del 1706 ed era anche conosciuta come Sant’Andrea della Postergola o “intus” per distinguerla da un'altra chiesa dedicata allo stesso santo situata al di fuori delle mura, denominata “de fore” o “extra portam”. Poiché la postergola era associata alla prima cerchia muraria, è probabile che avesse una denominazione diversa originariamente, con il nome di Sant’Andrea acquisito successivamente. L'attuale denominazione di Porta Molina potrebbe infine derivare dal vicino palazzo dei baroni Molina o dalla sua funzione come accesso ai mulini situati lungo il fiume Gizio.

Altre informazioni


Le strutture visibili oggi della porta risalgono a un periodo molto più recente e sono costituite da un arco a tutto sesto in pietra squadrata, privo di mensole d’imposta. Le ante di legno sono ancora in situ e ben conservate. All'interno, la porta è preceduta da una volta a botte di maggiore altezza, raccordata alla porta tramite una lunetta. Entrambi questi elementi sono realizzati in pietra a vista e si concludono con un arco ribassato, sotto il quale si trova l'archivolto.