Porta Japasseri

Porta Japasseri

Il nome attuale della porta è una volgarizzazione dell'antico "Johannis Passarum", che probabilmente si riferiva a un individuo coinvolto nel restauro della struttura o residente nelle vicinanze, un fenomeno comune anche per altre porte cittadine. In diverse occasioni, le porte delle città medievali prendevano il nome da figure locali legate alla loro manutenzione o ricostruzione, suggerendo che la porta abbia acquisito questa denominazione in relazione a tali interventi o a una famiglia che viveva nella zona circostante.

Situata nella parte nord-est dell'antica cinta muraria, questa porta, insieme a Porta Bonomini, è stata una delle poche a mantenere la propria funzione anche dopo l'espansione della città avvenuta nel Trecento, con la costruzione della seconda cinta muraria e delle relative nuove porte. Sebbene non esistano testimonianze scritte anteriori al XIII secolo, la porta è senza dubbio di epoca più antica. Nel 1521, si prese in considerazione l'idea di chiuderla. In quell'occasione, l'università, con l'approvazione dell’opera della città, vendette una parte della strada d'accesso a un certo Domenico di Cola di Cansano per due ducati. Tuttavia, non è chiaro se questa chiusura sia mai stata effettivamente attuata, poiché la porta continua a essere menzionata anche in documenti successivi.

Altre informazioni


La porta si trova alla sommità di una ripida rampa che continua in direzione opposta. Attualmente, conserva solo i piedritti in pietra. Fotografie di fine Ottocento mostrano la presenza di un architrave sormontato da una tettoia a due spioventi con copertura in tegole. Sul lato sinistro, all'interno, si può ancora vedere l'appoggio per il cardine di una delle ante che venivano chiuse regolarmente durante le ore notturne fino all'inizio del XX secolo.