Palazzo Tabassi da Pescina in Via Mazzara
Situato nell'antico distretto di Porta Salvatoris, i primi riferimenti storici riguardanti l'edificio risalgono al 1706. In quell'anno, l'antico fabbricato quattrocentesco subì il sisma ma ne uscì quasi indenne.
Esterno
Il palazzo mantiene gran parte del suo aspetto originario, sebbene il prospetto su via Mazara sia stato modificato in diverse occasioni tra il XIX e il XX secolo. Questi cambiamenti hanno incluso l'aggiunta di porte d'ingresso, cornici marcadavanzale in stucco, finestre quadrotte nel piano ammezzato e un cornicione modanato.
Un elemento distintivo del prospetto principale è il portale durazzesco, caratterizzato da un arco ribassato inserito in una cornice rettangolare che si ripiega su sé stessa all'altezza della linea d'imposta dell'arco. Questo tipo di portale è rappresentativo di molte strutture di Sulmona. Al piano terra, le finestre quadrotte, le modanature a coronamento orizzontale e i davanzali sorretti da mensole inginocchiate al piano nobile, così come il portone in legno con specchiature e bassorilievi intagliati con draghi affrontati, appartengono a interventi edilizi risalenti tra il XVI e il XVII secolo.
Interno
L'atrio del palazzo presenta una volta a crociera con uno stemma del casato dipinto entro una cornice ricca di motivi vegetali. Lungo la parete sinistra è posizionata una targa in marmo che ricorda il soggiorno di ospiti illustri inglesi, legati da un comune amore per le lettere con il discendente Angelo Maria Scalzitti, noto giornalista, scrittore e editore della vasta opera di Francesco Sardi de Letto, “La Città di Sulmona”.
La corte interna è di forma rettangolare e sul lato destro si trova l'arco di accesso alla gradinata che conduce ai piani superiori. Più in alto, una loggia a due ordini presenta coppie di arcate al piano nobile e tre arcatelle nel piano superiore. Gli altri lati del cortile sono caratterizzati da finestre rinascimentali, cui si sono aggiunte aperture ovali di gusto barocco nel tempo. Al piano terra, altre finestre quadrotte cinquecentesche illuminano i locali.
Alla fine del secolo scorso, in uno dei locali è stato rinvenuto un lacerto di mosaico pavimentale a tessere bianche con una fascia perimetrale geometrica bianco-nera a losanghe, databile alla seconda metà del II secolo d.C. Questo mosaico era associato a un muro in opera quasi reticolata di epoca precedente e a una piccola abside altomedievale.