Palazzo Molina

Palazzo Molina

Il palazzo vanta una facciata lunga e imponente su via Quatrario, sviluppata su due piani. Al piano terra, l'architettura è caratterizzata da ampie finestre quadrotte con cornici in pietra modanata, mentre il portale d'accesso è posizionato decentrato rispetto all'asse centrale della facciata. Quattro delle sei finestre quadrotte al piano terra sono state adattate per servire da sopraluce a portali in pietra, successivamente aggiunti per facilitare l'accesso ai locali del piano terra, permettendo così un ingresso diretto dall'esterno.

L'ampio portale a tutto sesto del palazzo è decorato con bugnato rustico che si estende nell'archivolto centrale e sulle paraste, seguendo lo stile di altri portali cinquecenteschi di Sulmona, come quelli del palazzo Sardi in via Angeloni e del palazzo Corvi in vico del Vecchio. Nella chiave dell'arco è scolpito lo stemma della famiglia de Scalis, un esempio di stemma "parlante" che riflette il nome della casata: due scale incrociate accompagnate da quattro stelle all'interno di uno scudo ovale, sormontato da un elmo chiuso di profilo. L'armatura è decorata con volute e presenta in cima una testina angelica, in basso un putto con ghirlanda, e ai lati due figure femminili.

Il piano nobile della facciata è caratterizzato da una serie di otto finestre rettangolari con cornici modanate, coronate da un bordo rettilineo e supportate da mensole inginocchiate decorate con un motivo in rilievo che imita le venature di una foglia. All'interno, il soffitto dell'atrio mostra lo stemma monocromatico barocco dei Pietropaoli e una replica dello stemma dei de Scalis. Un altro scudo cinquecentesco di quest'ultimo casato, diviso con l'insegna dei Rainaldi – probabilmente a causa di un'unione matrimoniale tra le due famiglie – si trova sull'elegante pozzo del cortile interno.

Accenni storici


Conosciuto come palazzo Molina e situato vicino alla postierla omonima, l'edificio apparteneva originariamente alla famiglia de Scalis, già presente a Sulmona dal XIV secolo e registrata tra i nobili sulmonesi nel 1572. Nella prima metà del Seicento, il palazzo passò ai baroni Pietropaoli grazie al matrimonio tra Giulio de Scalis e Laura Pietropaoli, figlia di Muzio. La famiglia Pietropaoli, originaria di Castelvecchio Subequo, deteneva la baronia di diversi centri abruzzesi, tra cui Molina Aterno, la cui dimora stabile diede nome al palazzo. A partire dalla fine del Cinquecento, membri della famiglia Pietropaoli, tra cui Muzio, sono documentati a Sulmona.