Palazzo Mazzara

Palazzo Mazzara

La facciata principale del palazzo, suddivisa su tre livelli, è dominata da un'organizzazione simmetrica lungo l'asse centrale. Questo asse centrale crea un flusso continuo che collega, senza interruzioni, i principali elementi architettonici dei vari piani. Al piano terra si trova l'ingresso monumentale, che funge da punto focale della composizione. Al livello superiore, al piano nobile, si affaccia un unico balcone, perfettamente allineato con l’ingresso sottostante, contribuendo a dare equilibrio e maestosità alla facciata. Infine, al terzo livello, una finestra completa l'asse verticale, creando un senso di continuità che unisce visivamente i tre piani.

Palazzo Mazzara, situato nel centro storico di Sulmona, rappresenta una delle emergenze architettoniche più rilevanti della città settecentesca, ricostruita dopo il devastante terremoto del 1706. Il palazzo sorge sulle strutture di un edificio precedente, di probabile origine cinquecentesca, mantenendo alcuni tratti architettonici e decorativi che caratterizzano il barocco locale della seconda metà del XVIII secolo.

Tipologia architettonica


L’edificio è caratterizzato da prospetti compatti, con forti cantonali in pietra da taglio che ne delimitano le estremità, seguendo lo schema tipico dei palazzi nobiliari sulmonesi dell’epoca. La prima attestazione certa del palazzo risale al 1748, quando la famiglia Mazzara acquistò alcuni edifici circostanti, permettendo la delimitazione del sito su cui fu edificato il nuovo palazzo. Piuttosto che una completa ricostruzione, si ipotizza un riuso delle strutture esistenti, integrando nuovi corpi di fabbrica con murature già presenti.

Interventi settecenteschi


I lavori principali furono completati intorno al 1759, quando la marchesa Smeralda Mazzara incaricò diversi artigiani di realizzare ornamenti per le finestre del palazzo, seguendo un disegno "venuto da Napoli", successivamente modificato dal maestro pescolano Ferdinando Mosca. Il legame con l'architettura napoletana è confermato anche da una planimetria del palazzo conservata presso la Biblioteca Comunale di Sulmona, che mostra una scalinata a tre rampe, non realizzata per motivi economici.

Esterno


Il palazzo occupa un intero isolato di forma quadrangolare, delimitato da via Panfilo Mazzara, via Carrese e via Peligna. Il prospetto principale, suddiviso su tre livelli, presenta al piano terra gli ingressi dei locali commerciali e una decorazione a fasce orizzontali. Il piano nobile è caratterizzato da finestre con lesene ioniche e timpani curvilinei, alternate a balconi con ringhiere in ferro battuto “alla spagnola”. Il secondo piano è meno decorato, con finestre rettangolari coronate da un'esile cornice modanata. Il portale principale, con semicolonne tuscaniche, è uno degli elementi più rappresentativi del prospetto.

Cortile interno


Il cortile interno a pianta quadrata è circondato su tre lati da un portico ad archi sostenuti da pilastri, con un loggiato al secondo ordine, ad archetti su colonnine. Al terzo livello, il piano attico è caratterizzato da finestre quadrate che chiudono e incorniciano i prospetti interni.

Interno


L’interno del palazzo era originariamente organizzato in funzione delle attività agricole e di allevamento della famiglia Mazzara. I piani inferiori ospitavano cantine e magazzini, oggi trasformati in locali commerciali. Al piano nobile, i saloni principali, utilizzati per rappresentanza, presentano decorazioni a stucco dorato e medaglioni mitologici. La sala da pranzo mostra un episodio della favola di Psiche, mentre un altro salone, destinato a sala da ballo, è decorato con scene del Giudizio di Paride. Le stanze private mostrano allegorie della vita coniugale e altri motivi decorativi, come nel caso della biblioteca e dello studiolo adiacente.

Un elemento notevole è il terrazzo, un tempo giardino pensile, che si affaccia su via Peligna. Realizzato intorno al 1764, ospita una fontana rococò con mascherone centrale e motivi marini, accompagnata da medaglioni con iscrizioni latine che celebrano le acque del fiume Gizio e il profumo dei fiori.

Modifiche successive


Il palazzo subì numerosi interventi nel corso del XIX e XX secolo. Nel 1885 furono modificati i prospetti esterni con nuovi portali in pietra e fu tinteggiato l’interno. Durante i primi decenni del Novecento, altre trasformazioni furono eseguite, soprattutto a livello decorativo. Negli anni '50, quando l’edificio ospitava l’Istituto tecnico per Geometri, alcune aree furono adattate per motivi funzionali, come la tamponatura del loggiato per ospitare i servizi igienici. Negli anni ’80 il Comune di Sulmona acquistò parte del palazzo e realizzò un intervento di “rifunzionalizzazione”, mentre nel 2006 furono effettuati lavori di restauro conservativo, con particolare attenzione al cortile e agli elementi in pietra.

Attualmente, il palazzo ospita gli uffici del Centro Regionale Beni Culturali e della Presidenza del Consiglio Comunale di Sulmona, mentre parte del terzo piano rimane di proprietà privata.