Palazzo Liberati (noto come Meliorati)

Palazzo Liberati (noto come Meliorati)

Il palazzo, inizialmente datato all'inizio del XVI secolo secondo un'iscrizione trovata su un fregio di un portale interno, ha recentemente subito una revisione approfondita che ha chiarito meglio la sua storia e proprietà. Originariamente ritenuto appartenere alla famiglia Meliorati, successivamente passato a Ludovico Magagnini, l'edificio è ora definitivamente attribuito ai Liberati.

A seguito di recenti ricerche, che hanno esaminato i due piccoli scudi con testa di cavallo presenti sul fregio del portale principale, è stato chiarito che il palazzo non è associato alla famiglia del Papa sulmonese Innocenzo VII (Cosimo Meliorati), come precedentemente si credeva. Piuttosto, l'edificio è stato attribuito alla famiglia Liberati, in particolare a Marino Liberati, che nel 1563 acquistò il pregevole portale in pietra locale da Geronimo De Capite, sul quale furono successivamente aggiunti i due stemmi. Nel corso del tempo, il palazzo passò a vari proprietari, alcuni dei quali modificarono gli interni. Alla fine, fu messo all'asta, acquistato dalla Banca Agricola Industriale di Sulmona, e successivamente dal Comune.

Esterno


La facciata principale del palazzo, purtroppo alterata da nuove aperture aggiunte in seguito, conserva elementi decorativi tardogotici che si intrecciano con un impianto architettonico tardo rinascimentale. Questo è particolarmente evidente nelle finestre del piano nobile, dove il design cinquecentesco, con aperture a coronamento rettilineo e ordinate da fasce orizzontali, è arricchito da lobature tardogotiche sugli archi. Il portale d’ingresso principale, in particolare, è espressione autentica del Cinquecento, caratterizzato da un elaborato bugnato a punta di diamante, simile a quello del palazzo dei Diamanti di Ferrara. Il portale mantiene ancora l’impianto dei portali durazzeschi, con una cornice orizzontale che accarezza il colmo dell’arco a tutto sesto.

Interno


Il palazzo è organizzato attorno a una corte centrale, tipica di molti edifici sulmonesi dell'epoca. Al piano terra, un porticato si apre verso questa corte, con una scala che conduce al piano superiore. Su un lato del piano superiore si trova un piccolo loggiato, sostenuto da colonnine scanalate di ordine composito e con archi a tutto sesto. L'intradosso degli archi è decorato con lacunari e rosoncini a rilievo. Gli appartamenti, dotati di ampi camini (uno dei quali riporta la data 1511), sono stati ampiamente ristrutturati e modernizzati dopo il terremoto del 1706 e successivamente per adattarsi alle nuove esigenze abitative e funzionali. Anche il prospetto posteriore, che si affaccia su via Carrese, ha subito significative trasformazioni.

Indirizzo

Via Peligna, 7

Orari

lunedì – venerdì: mattina

Ingresso

Attualmente sede degli uffici di Equitalia, è aperto al pubblico in orario di ufficio con ingresso libero