Chiesa e Convento di Santa Chiara

Chiesa e Convento di Santa Chiara

Il monastero di Santa Chiara, che si trova nell'angolo sud-occidentale di piazza Garibaldi, è stato fondato tra il 1260 e il 1269 grazie all'opera della beata Floresenda, nota anche come Floresella, figlia del conte di Palena, Tommaso di Caprifico. Considerato uno dei più antichi insediamenti monastici delle clarisse nel Regno di Napoli, nel tempo è diventato uno dei più ricchi e ben dotati, grazie alle numerose e sostanziose donazioni ricevute. È proprio qui che è stata formulata la riforma dell'ordine religioso, ancora in vigore oggi.

Descrizione


Il complesso monastico descritto si trova al di fuori del nucleo urbano antico, in un’area di espansione della città, dove le suore clarisse francescane potevano vivere in isolamento e provvedere al proprio sostentamento grazie ai terreni adiacenti utilizzati per orti. Il monastero si sviluppa attorno a un ampio chiostro rettangolare e comprende la chiesa, una cappella interna, il campanile, l'edificio conventuale a due piani, il parlatorio e alcune case che si affacciano su una piazzetta antistante il sagrato.

Le suore, oltre a dedicarsi alla preghiera, si impegnavano in attività artigianali come la produzione artistica di confetti, che fin dal Quattrocento ha reso celebre la città di Sulmona. Nei secoli, il complesso è stato più volte ricostruito e ampliato, a causa delle necessità della comunità religiosa e dei danni subiti dai terremoti del 1456 e del 1706, tanto che ben poco rimane della struttura originaria.

Nel XIX secolo il monastero visse un nuovo periodo di crescita, ma dopo la sua soppressione nel 1866 iniziò il declino. La proprietà passò al Ministero di Grazia e Giustizia, poi nel 1907 al Comune di Sulmona, che ne modificò le strutture per adattarle a diverse funzioni, tra cui scuola, asilo, ricovero per anziani, sala cinematografica e campo da gioco.

Oggi l’edificio ospita il Polo Culturale Civico Diocesano di Santa Chiara al piano terra, mentre al primo piano si trova una casa di riposo per anziani. La cappella interna, il refettorio e un altro vano sono stati convertiti in spazi espositivi per il Museo Diocesano di Arte Sacra, mentre tre ambienti sono riservati alla Biblioteca Diocesana. Gli spazi rimanenti ospitano la Pinacoteca Comunale, dove sono esposte opere moderne e contemporanee, in collegamento con la Rassegna Internazionale d'Arte Contemporanea che si tiene ogni anno a Sulmona.

La Chiesa


All’indomani del terremoto del 1706 si riedificò innanzitutto il tempio, rimasto gravemente danneggiato, affidando l’incarico nel 1711 al noto architetto bergamasco Pietro Fantoni (lo stesso artefice del rifacimento della chiesa della SS. Annunziata), che rispettò le volumetrie e l’articolazione spaziale del precedente fabbricato. Sul suo fianco destro si erge il campanile a pianta quadrata, che si sviluppa su quattro ordini; la parte superiore crollata nel 1587 è stata poi ricostruita.

Esterno della Chiesa


Seguendo i principi del nuovo stile barocco, caratterizzato dall’effetto sorpresa e dal dinamismo, la chiesa di Santa Chiara si rivela gradualmente a chi arriva da piazza Garibaldi. Solo oltrepassando la bassa struttura alla sommità della scalinata ed entrando nel raccolto sagrato, si può ammirare nella sua completezza la facciata della chiesa e, sulla sinistra, i magnifici portali d’ingresso del monastero delle clarisse. La facciata, incorniciata da lesene binate su un alto basamento in pietra e rifinita ad intonaco, culmina con un timpano curvilineo spezzato che ospita un fastigio barocco in stucco con oculo ellittico centrale. Il portale, realizzato in pietra lavorata secondo forme barocche, è arricchito da un timpano curvo, interrotto al centro per accogliere un medaglione in pietra ellittica. Sopra il portale si apre una grande finestra rettangolare con un timpano mistilineo e decorazione a conchiglia. Le antiche ante lignee del portone, risalenti al 1671, dopo un recente restauro sono state collocate all'interno della chiesa.

Interno della Chiesa


La chiesa di Santa Chiara a Sulmona rappresenta uno degli esempi più significativi del barocco in Abruzzo, caratterizzata da un’abbondante decorazione a stucco, elegantemente distribuita su pareti e volte. La ristrutturazione settecentesca, operata dall'architetto Pietro Fantoni, rispettò la volumetria originaria della chiesa, mantenendo un semplice impianto planimetrico a sala. Tuttavia, lo spazio interno fu trasformato radicalmente: l’area presbiteriale venne sopraelevata, introducendo una cupola ellittica ribassata, e lungo i muri perimetrali furono inserite due nicchie per lato, contenenti altari minori realizzati in raffinato commesso marmoreo, attribuiti alla scuola pescolana.

Le pareti della chiesa sono ritmate da paraste corinzie che sorreggono una trabeazione modanata, su cui si imposta la volta a botte lunettata. Lungo le pareti laterali sono disposti sei coretti in legno intagliato e dorato, riservati alle monache di clausura, protetti da fitte grate che permettevano loro di assistere alle celebrazioni liturgiche senza essere viste dai fedeli. In controfacciata si trova una monumentale cantoria, realizzata nel XVIII secolo.

L'altare maggiore, realizzato nel 1735, fu arricchito circa trent'anni dopo dalla pala d'altare "Gloria di Santa Chiara", dipinta da Sebastiano Conca, celebre pittore napoletano. Lungo il lato destro della chiesa, il primo altare è ornato da una preziosa tela raffigurante la "Natività", opera di autore incerto, ma di grande valore artistico. Il secondo altare, dedicato a San Francesco d'Assisi, custodisce le spoglie della Beata Floresella, fondatrice del monastero, come indicato da una lapide commemorativa del 1260.

Sul lato sinistro, il secondo altare ospita lo "Sposalizio della Vergine", un olio su tela del XVI secolo, opera del pittore sulmonese Alessandro Salini. Il primo altare a sinistra presenta una statua lignea di Sant'Antonio Abate, rimaneggiata nel tempo e probabilmente di epoca posteriore. All'ingresso della chiesa, sotto la cantoria, si trova il portone in legno di rovere e pioppo, finemente intagliato da un artigiano locale, con pannelli raffiguranti santi francescani incorniciati da contorni decorativi e due stemmi in rilievo nella parte superiore.

Esterno del Convento


Dalla gradinata che si affaccia sulla piazza, costruita nel 1714, si accede a un cortile pavimentato attraverso un ampio portale settecentesco a tutto sesto, realizzato con blocchi di pietra sagomati. Questo cortile è circondato dalla chiesa e dai due portali d’ingresso al convento e al parlatorio, che presentano alcuni dei migliori esempi di decorazione barocca. Accanto all’ingresso del convento si trovava una "ruota" per i bambini abbandonati, progettata in modo che chi depositava un neonato potesse restare anonimo, non essendo visibile dall’interno.

Nel XVI secolo, il progetto iniziale a forma di “L” fu modificato con successive aggiunte, portando alla creazione dell’attuale pianta quadrangolare. Un portico del 1518 circonda i lati settentrionale e occidentale del chiostro, mentre le arcate sul lato orientale suggeriscono l’intenzione di costruire un portico continuo su tutti e quattro i lati. Il parlatorio fu realizzato nel 1623, situato nella piazzetta davanti all’ingresso, e consisteva in un ampio spazio comunicante con l’interno del monastero attraverso una serie di aperture con grate. Prima di allora, i parlatori erano ubicati all’interno della chiesa. Durante il Settecento, il monastero di Santa Chiara raggiunse il suo massimo splendore, completando le costruzioni sui tre lati del recinto e decorando gli interni con elementi barocchi. Nel corso del XVIII secolo, oltre a restaurare e ricostruire quanto era stato distrutto dal terremoto del 1706, si aggiunsero ulteriori edifici al complesso. Intorno al 1837, furono completati gli ultimi ampliamenti con la costruzione di nuovi edifici sul lato nord verso la piazza.

Interno del Convento


Il complesso continua a costituire una preziosa testimonianza della vita di clausura che vi si svolgeva, nonostante le significative modifiche apportate dopo la sua soppressione. L’organizzazione degli spazi riflette chiaramente le esigenze della vita monastica: al piano terra si trovavano gli ambienti destinati ai servizi quotidiani come il parlatorio, la cappella interna, il refettorio, la cucina, la dispensa e le cantine. Al piano superiore erano ubicati l’educandato, il coro e il dormitorio. 

L’impianto originario del dormitorio, caratterizzato da una serie di lunghi corridoi con le stanze delle religiose, è stato notevolmente modificato dai successivi interventi, e oggi solo una piccola parte delle celle è ancora visibile, situata nell’ala occidentale vicino alla chiesa. Il monastero, chiuso nel 1918 con la morte dell’ultima clarissa, conserva affreschi del XV e XVI secolo nei locali un tempo adibiti a refettorio e in altri spazi. Inoltre, l’ex-cappella presenta un ciclo pittorico di grande interesse, risalente alla chiesa primitiva.

Il ciclo di affreschi (Secolo XIII)


Sulle pareti della domus orationis, oggi adibita a sala museale e un tempo cappella interna riservata alle monache di clausura per assistere alle celebrazioni liturgiche, sono ancora visibili tracce di affreschi risalenti tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento. Questo ciclo pittorico, recentemente emerso durante il restauro dell'edificio, rappresenta scene della vita di Gesù alternate a episodi della vita di San Francesco. Sebbene l'ambiente sia stato preservato dal terremoto dell'inizio del Settecento, ha subito numerosi cambiamenti nel corso del tempo che hanno alterato significativamente l'assetto spaziale, interrompendo alcune delle pitture con l'aggiunta di pareti e uno scalone in epoche successive.

Il ciclo pittorico è composto da due registri sovrapposti, conservati solo in parte: nel registro superiore sono visibili la Predica di San Francesco davanti a Onorio III, il Battesimo di Cristo, la Ricezione delle stimmate da parte di San Francesco e Gesù nella casa del Fariseo. Nel registro inferiore si possono riconoscere la Flagellazione e la Crocifissione. Inoltre, nell’oratorio si conservano due dipinti del XVI secolo: la pala con la Crocifissione sull’altare maggiore in stucco e la Vergine col Bambino tra San Francesco e Santa Chiara, situata nella lunetta del portale d’accesso.

Indirizzo

Piazza Garibaldi, Sulmona

Orari

La chiesa è aperta su richiesta; l’ex-convento è sede di una casa di riposo per anziani e del Polo Museale Civico Diocesano di Santa Chiara, aperto tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle ore 9:00 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 18:30

Ingresso

Libero per la chiesa; a pagamento per l’ala dell’ex-convento adibita a sede museale – costo del biglietto € 3,15