Chiesa e Convento di San Domenico

Chiesa e Convento di San Domenico

La chiesa si trova nel cuore dell’antico sestiere di Porta Japasseri. Fondata nel 1280 dai padri predicatori domenicani su ordine di Carlo I d’Angiò, che era particolarmente legato all’Ordine religioso.

Descrizione


La chiesa, inizialmente dedicata a San Nicola di Myra, beneficiò fin dall’inizio di numerosi privilegi e donazioni da parte della casa reale. Il convento, annesso alla chiesa, fu edificato circa dieci anni dopo e dotato di un ampio patrimonio terriero, che aumentò ulteriormente nei secoli. Fu il primo complesso monastico costruito all’interno della cerchia muraria antica e subì successivi rimaneggiamenti e ampliamenti grazie alla Regina Giovanna e a Ludovico di Taranto. Il monastero era noto per la sua vasta e ricca biblioteca e, secondo fonti storiche locali, attirava studiosi per il suo studio teologico. Dopo la soppressione dell’Ordine, il patrimonio librario fu trasferito nel 1815 al Palazzo Comunale e successivamente integrato nella Biblioteca Civica. I frequenti terremoti che colpirono la città (1349, 1456, 1706 e 1915) danneggiarono ripetutamente il convento, richiedendo continui interventi di ricostruzione. La chiesa fu riedificata poco dopo metà del XIV secolo e, nel 1572, l’intero complesso fu ristrutturato grazie alla generosità di padre Pietro Martire Tabassi. Le trasformazioni più significative ebbero luogo dopo il terremoto del 1706, con interventi per consolidare e preservare le strutture esistenti e riorganizzare gli spazi interni.

Dal tardo XVIII secolo, il complesso fu utilizzato come alloggio per truppe, sia durante l’occupazione francese che dopo il ritorno dei Borboni e nel periodo postunitario fino al febbraio 1957, quando il Distretto fu soppresso. Successivamente, l'edificio mantenne la sua funzione di sede militare, ospitando vari comandi territoriali, incluso l'Organizzazione Penitenziaria Militare.

Oggi, il complesso ospita il Polo Universitario di Economia e Gestione delle Risorse Culturali, Ambientali e Turistiche al pianterreno, mentre al piano superiore si trovano uffici comunali e la sede del Centro Sociale Anziani.

Chiesa


Da fonti archivistiche emerge che in origine la chiesa possedeva un portale gotico, simile a quelli di altre chiese sulmonesi come San Francesco della Scarpa e San Panfilo, e un rosone al centro della campata superiore. L'attuale facciata, in stile barocco, è il risultato di riedificazioni successive ai terremoti del 1706 e del 1915. Essa presenta una finitura in conci squadrati fino a metà altezza, e una struttura a sei lesene - di cui le centrali sono binate - che incorniciano il portale architravato con una cornice superiore mistilinea. Al centro della cornice si trova un Agnello crocifero assai danneggiato, sormontato da una rosetta a quattro petali. La mostra esterna è caratterizzata da lesene leggermente concave con un rosoncino centrale in rilievo, ruotate rispetto al piano della facciata, e terminate con capitelli decorati con elementi fogliacei; la trabeazione soprastante termina in un fastigio modanato a profilo curvilineo. Su una delle due ante lignee del portale è scolpito lo stemma dell’ordine domenicano, che raffigura un cane rampante con una torcia fiammeggiante in bocca, sormontato da una stella a sei punte.

L’interno, con impianto longitudinale, conserva l'impostazione architettonica della chiesa primitiva, suddivisa in tre navate con sei arcate a tutto sesto per lato, sostenute da robusti pilastri quadrangolari. Un'importante aggiunta è il fonte battesimale, realizzato da Vincenzo Pantaleo e dalla ditta Pagliaro di Sulmona nel primo quarto del Novecento, con una lapide commemorativa all'ingresso che ricorda l'opera e il parroco don Giuseppe Di Placido, che contribuì alla riapertura della chiesa nel 1924 dopo i lavori post-terremoto del 1915.

Lungo le pareti laterali erano un tempo collocati numerosi altari, oggi per la maggior parte scomparsi. Alcune delle preziose tele che adornavano gli altari, tra cui una pala di scuola umbro-marchigiana del XVI secolo raffigurante la Deposizione, sono ora esposte al Polo Museale Civico Diocesano di Santa Chiara. In una teca è custodita anche la statua recumbente del Cristo Morto, un tempo appartenente alla Chiesa di Sant’Ignazio e utilizzata nella “Processione del Venerdì Santo”. La volta, crollata durante il terremoto del 1915, fu inizialmente sostituita da una copertura piana a cassettoni. Dopo il terremoto del 1984, fu realizzata una nuova copertura a capriate lignee. Nel 1926 fu inaugurata la casa canonica, situata accanto alla chiesa.

Convento


Dopo la soppressione degli ordini religiosi, la struttura del convento ha subito notevoli trasformazioni, adattandosi a nuove funzioni militari e perdendo gran parte del suo assetto originario. All'interno dell'edificio monastico, gli elementi architettonici antichi rimangono riconoscibili in una serie di otto ampie arcate in conci di pietra. Di queste, sette sono a sesto acuto e una, la penultima, è a tutto sesto – probabilmente ricostruita dopo un evento sismico – e si innesta nell'angolo della parete absidale della chiesa. Sono ancora visibili lunghi corridoi coperti da volticelle a crociera e tracce di un porticato che si estendeva lungo due lati del cortile interno. Questo porticato era costituito da sei colonne e quattro pilastri quadrangolari in pietra, sormontati da capitelli. Nel cortile interno è presente un pozzo circolare profondo circa 30 metri. Secondo una comune credenza, quest'acqua possiede virtù miracolose, poiché si dice che sia stata benedetta dal Santo taumaturgo Vincenzo Ferrer, che soggiornò a Sulmona nel 1418 e dimorò presso il convento.

Recentemente, l'area adiacente al complesso, un tempo l'orto dei frati domenicani e successivamente adibita a Cinema Arena per qualche decennio, è stata inglobata dalla Caserma militare e trasformata nel funzionale ingresso principale della struttura.

Indirizzo

Via Giuseppe Angeloni, 47

Orari

Chiesa chiusa a seguito del sisma del 2009; Convento (parte occupata da uffici comunali): lun. – ven. 8:00/14:00; lun. – giov. 15:45/17:15

Ingresso

Attualmente non aperto al pubblico